Barriere e gesti non verbali nella seduzione

Fabio Pandiscia
4 min readFeb 9, 2022

linguaggio del corpo

Photo by PHUOC LE on Unsplash

Quando si parla di amore allora non possiamo non parlare di attrazione e seduzione, basate entrambe sulla comunicazione non verbale, sull’uso di determinati gesti.

Ed ecco allora che si instaura tra gli innamorati un gioco di gesti: toccarsi i capelli, accavallare le gambe o avvicinare le mani a quelle dell’altro si caricano di un certo significato che in psicologia può indicare molto più di quello che potremmo pensare.

Ed è dunque fondamentale conoscere questi linguaggi non verbali del codice femminile e maschile per comunicare i giusti messaggi e attirare le persone che vogliamo per non ritrovarci a destreggiarci tra approcci indesiderati.

Il linguaggio del corpo può permetterci di comprendere molto della situazione che stiamo vivendo così da evitare terribili figuracce oppure proseguire in una strada che potrebbe portarci a vivere qualcosa di veramente bello ed emozionante.

Ecco dei piccoli trucchi per conquistare maggiore autostima e dire addio a insicurezza e mancanza di fiducia, in pratica, qualche consiglio per capire come funziona e in che modo gestire al meglio il linguaggio del corpo.

Per fare una buona prima impressione quali gesti dobbiamo mettere in atto?

L’effetto rapport: più le persone ci amano, più faranno eco ai nostri movimenti. Gli scienziati hanno dedotto ciò dal lavoro dei neuroni specchio, quindi, se vediamo il nostro interlocutore accavallare le gambe, grattarsi un ginocchio o toccarsi i capelli quando lo facciamo noi, vuol dire che abbiamo portato a casa un grande risultato!

È un ottimo segno.

I l linguaggio del corpo appreso è molto influenzato da questo genere di neuroni, quantomeno nelle prime fasi di infanzia. Per approfindimenti scientifici abbiamo già scritto sui neuroni specchio qui.

A nnuire: alcune tecniche di vendita consistono nell’annuire leggermente con la testa, mentre il cliente parla per incoraggiare una conversazione e far parlare l’altro almeno il doppio di quanto non farebbe normalmente.

Una leggera inclinazione sul lato basta ad indicare che capisci il discorso del tuo interlocutore e te ne interessi. Se non riesci a far parlare una donna dei suoi interessi, se non riesci a portare la comunicazione su di lei, allora hai già finito.

L a stretta di mano: sembra banale parlare ancora della stretta di mano, ma non è cosi scontato come sembra. E’ una cosa molto delicata ed importante che può lasciare una splendida (oppure una terribile) prima impressione. Ne abbiamo già parlato sul nostro blog, vai a dare una sbirciatina.

L a distanza da tenere: Sai che ognuno di noi ha un proprio spazio personale privato? E che questo spazio è come una grossa bolla che ci circonda?
Gli scienziati definiscono la gestione di tale spazio con il nome di prossemica, scienza che si occupa di capire quanto misurano e come funzionano tali spazi. È importante sapere che uomini e donne hanno una diversa bolla prossemica: le donne più larga ai lati, gli uomini più ampia sul fronte.

Ciò significa che tu, uomo, quando parli con un uomo, è bene non stargli proprio davanti, perché questo gesto è minaccioso e poco gradito.
Meglio mettersi a 45° rispetto a lui. Quando invece hai a che fare con una donna, è più indicato occupare la posizione diretta di fronte, perché appunto, se ti metti di lato come con un uomo ottieni l’effetto contrario e appari come sfuggente e poco sincero.

Per sapere se ti sei avvicinato troppo, nota i suoi movimenti, ricorda che se tende ad allontanarsi in seguito a un tuo avvicinamento, è meglio non insistere.

L’antropologo Edward Hall ha suddiviso la bolla prossemica in 4 differenti zone, cioè dei livelli d’importanza.

Le zone sono, partendo dalla più piccola:

— zona intima da 0 a circa 50 cm
— zona personale da 50 a circa 130 cm
— zona sociale da 130 a 350 cm
— zona pubblica oltre i 350 cm

Non si può entrare in una zona più piccola di quello che ci è permesso senza provocare reazioni negative nell’altro, quindi tienine conto.

E liminare le barriere comunicative: Quando ci sediamo al tavolo è bene guardare l’altro in viso, e tra noi e lui/lei non ci deve essere nessuna “barriera”. Quindi evitiamo di mettere borse, borselli o borsette sul tavolo, o qualsiasi oggetto tra noi e l’altro.

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Fabio Pandiscia
Fabio Pandiscia

Written by Fabio Pandiscia

Scrittore, dr in psicologia — Body Language & PNL — www.fabiopandiscia.it - Telegram: https://t.me/formaementis

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