Comportamento uomo-donna

Fabio Pandiscia
4 min readFeb 9, 2023

evoluzione umana e il concetto di proprietà

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L e differenze comunicative e comportamentali uomo-donna sono da ricercare nel passato.

Conoscere la nostra evoluzione è fondamentale se vogliamo parlare di comportamenti tra i due sessi e di linguaggio del corpo.

L’uomo migliaia di anni fa si trovava in un ambiente ostile, fisicamente svantaggiato in confronto agli altri predatori e la caccia non costituiva una fonte di cibo sicura e consistente; era quindi molto comodo assicurarsi la sopravvivenza con metodi diversi, quali: raccolta di erbe, tuberi, frutti e caccia di piccoli roditori.

Tutte queste funzioni erano assolte principalmente dalle donne del gruppo.
Le donne erano importanti per la crescita dei figli, ma non adatte per le grandi battute di caccia; quindi si sono specializzate per provvedere al sostentamento del gruppo, svolgendo un lavoro di grandissima importanza: la raccolta del cibo.

Attenzione a non sottovalutare questa funzione, perché non deve essere concepita come la casuale ricerca di cibo commestibile nelle vicinanze dell’accampamento; infatti le donne preistoriche avevano delle conoscenze uniche e preziose:

- conoscevano con perizia i cicli di riproduzione delle piante
— conoscevano i luoghi dove le piante crescevano più in abbondanza
— sapevano distinguere una specie vegetale dall'altra
— conoscevano le proprietà d’ogni arbusto
— sapevano come usufruire d’ogni parte del frutto e come non danneggiare le piante durante la raccolta.

Il gruppo si spostava in base ad una sorta di “mappa” tracciata secondo la reperibilità ed abbondanza di piante, quindi, si spostava seguendo le indicazioni delle donne-raccoglitrici.

In pratica possiamo dire che non ci sono prove in letteratura che nella preistoria gli uomini avessero uno status sociale più alto rispetto alle donne.

Studiando la preistoria siamo sempre caduti nel pregiudizio, nell’idea preconcetta che ci fossero delle differenze, ma non c’è nessuna prova scientifica che la sostenga e a ribadirlo con forza è proprio una studiosa di preistoria francese: Marylène Patou Mathis, autrice di vari libri sull’argomento.

Quando eravamo raccoglitori, cacciatori e nomadi, non accumulavamo nulla perché non c’erano beni da conservare. L’ipotesi della ricercatrice è che le donne fossero strettamente legate all’agricoltura, oltre a prendersi cura della prole, quindi la protezione dei beni era compito degli uomini, un ruolo più legato alla forza e che dava anche prestigio.

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Gli uomini diventarono proprietari dei beni

Questo prestigio li fece diventare proprietari di questi beni e qui nasce la questione della discendenza: le donne sapevano sempre di chi era il figlio, ma il padre non lo sapeva perché c’erano dei clan, a volte anche molto numerosi.

Quando cominciarono ad esserci dei beni che dovevano essere conservati e che l’uomo voleva trasmettere solo ai suoi eredi, iniziò anche a “prendere possesso” del corpo della donna, per assicurarsi che il figlio fosse il suo. Da qui il concetto di matrimonio e la conseguenza è che, secondo Patou Mathis, le donne finiscono confinate nelle attività domestiche e da quel periodo in poi inizia per loro la subordinazione.

La conseguenza di tutto ciò, è che la specie umana intesa come maschi e femmine ha seguito percorsi neotenici diversi: i maschi hanno conservato molte più doti neoteniche nel comportamento, mentre le femmine le hanno conservate nel corpo.

Donne e resistenza alle malattie

Le donne, essendo responsabili di ogni cosa eccetto la caccia e la difesa, dovevano essere resistenti a tutto: malattie, fame, fatica, carestie, e di certo l’ambiente in cui si viveva non era il massimo del comfort.

Da loro dipendeva la vita della tribù, perché ogni donna morta era una vera tragedia, anche per questo motivo tendevano ad evitare ciò che era sconosciuto e che poteva essere pericoloso in modo da non cacciarsi in problemi inutili (un comportamento che le donne di oggi ancora mettono in atto).

Anche oggi tendono di più (statisticamente) alle fobie e sono più prudenti, quindi si espongono meno ai rischi, vivendo (anche per questo motivo) più degli uomini. In età preistorica erano anche coloro che detenevano la conoscenza e la tramandavano.

Le donne svilupparono anche molte caratteristiche che sono tipiche nei bambini, da qui la loro neotenia: il corpo era ed è (in media) più “grasso” e “paffuto” rispetto a quello dell’uomo e sono più resistenti alle malattie (tipica modalità dei bambini).

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Il loro aspetto, ancora oggi è più indifeso, in modo da suscitare la protezione dei compagni e così le forme, sono più “delicate” e meno muscolose, in modo paragonabile e simile a quello dei bambini.

Un volto con lineamenti più infantili (occhi grandi, naso piccolo, guance rotonde e senza peluria) è giudicato molto positivamente sul piano umano; infatti gli viene attribuita un’indole gentile e socievole.

Gli uomini da parte loro, non sono mai stati molto resistenti alle malattie come lo erano agli urti, e questo anche oggi è possibile testarlo con una semplice influenza, che viene vissuta (nella media) in modo diverso dagli uomini e dalle donne.

Riscontriamo ancora oggi donne con 38 di febbre portare a termine alcuni lavori di casa o preparare un pasto, quando di contro un uomo con solo 37 e mezzo, si trascina cadaverico per la casa.

PODCAST

Se ti piace l’argomento ti consiglio il mio podcast di 10 puntate ascoltabile su audible: Evoluzione uomo-donna

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Fabio Pandiscia

Written by Fabio Pandiscia

Scrittore, dr in psicologia — Body Language & PNL — www.fabiopandiscia.it - Telegram: https://t.me/formaementis

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