Cosa significa lapsus
L ’espressione “lapsus freudiano” viene ampiamente utilizzata per indicare quei casi in cui un individuo, involontariamente, rivela le proprie intenzioni attraverso un errore nel parlare. Questo lapsus può essere definito come un errore involontario, ma nasconde un conflitto psicologico interno all’individuo.
Tuttavia, il concetto di “lapsus freudiano” va oltre l’errore nel parlare. Include anche improvvisi vuoti di memoria, errori di lettura e scrittura (come scrivere una parola diversa da quella desiderata), errori di ascolto e persino smarrimento di oggetti di vario genere.
Inizialmente, questi errori e mancanze venivano considerati irrilevanti e attribuiti a momenti di distrazione. Tuttavia, Freud, il celebre psicanalista, li ha considerati strumenti fondamentali per comprendere e analizzare l’inconscio di un individuo.
I l lapsus rappresenta i veri pensieri e desideri dell’individuo che, essendo inconsci, emergono sotto forma di errori linguistici, mancanze di memoria apparentemente insignificanti e altre distrazioni o sviste.
Freud li ha inizialmente definiti “atti mancati”. Indipendentemente dal tipo di lapsus manifestato (scritto, verbale, di memoria, ecc.), presentano caratteristiche comuni che li contraddistinguono.
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Attraverso l’analisi dei lapsus freudiani, si può penetrare nell’inconscio di un individuo e scoprire le dinamiche interne che possono influenzare il suo comportamento e le sue intenzioni.
Comprendere appieno il significato dei lapsus freudiani e il loro legame con l’inconscio è fondamentale per coloro che desiderano approfondire la psicanalisi e acquisire una maggiore consapevolezza delle complesse sfumature della mente umana.
La consapevolezza di questi fenomeni può portare a una migliore comprensione di sé stessi e degli altri, e può offrire una prospettiva unica sull’essere umano nella sua interezza.
Nel prosieguo di questo articolo, esploreremo diversi tipi di lapsus freudiani e le loro implicazioni psicologiche, gettando luce sui misteri dell’inconscio e aprendo le porte a un livello più profondo di autoconoscenza e comprensione.
Chi si interessa di linguaggio del corpo non può sottovalutare il valore dei lapsus, ecco il perché di questo post oggi, completo di video per spiegare bene questo fenomeno, che è tutt’altro definibile come “disattenzione”.
Nel video qui sotto riporto un esempio di lapsus di Salvini del 2019. Ai giornalisti dice che il governo durerà 4 mesi (invece di 4 anni). Certo, è stato un errore, ma da quel giorno di aprile (il giorno del video) fino alla fine del governo Conte, sono passati esattamente quattro mesi.
A chi non è capitato di dire il nome di una persona invece di un’altra o pronunciare una parola mescolandone due diverse che abbiamo in testa.
Al riguardo Berlusconi ha fatto una figura davvero magra: durante una conferenza sulle manovre d’emergenza per il terremoto in Abruzzo nel 2009 ha detto: “abbiamo fatto l’organizzazione del terremoto in Abruzzo; in 48 ore abbiamo messo sotto una copertura 122 tangentopoli (invece di tendopoli)”.
Ancora, nel 2019 anche Renzi prese un piccolo lapsus, che non è certo passato inosservato, anche se subito corretto (dallo stesso Renzi).
Nel corso di un’intervista a Sky Tg24, a margine della Leopolda, il fondatore di Italia Viva ha infatti parlato a un certo punto di elezioni nel 2020 (mentre la scadenza naturale della legislatura era il 2023).
Il discorso partiva dalle congetture su alleanze e strategie dei partiti e disse queste parole:
“Suggerire a tutti di occuparsi di governare questo Paese — Anziché giocare a Risiko della fantapolitica. quando arriverà il momento delle elezioni nel 2020… ehm nel 2023 e non nel 2020”. Si corregge subito Renzi che aggiunge: “Non è certo un lapsus freudiano. Nel 2023 ciascuno deciderà da che parte stare”.
In un caso come questo, è difficile credere che non ci sia la tentazione (magari inconscia) di staccare la spina al governo prima del tempo.
Un lapsus tradisce un nostro pensiero con una “mescolanza” di parole; lo stesso però può essere fatto attraverso i gesti.
Paul Ekman, il più eminente ricercatore sulle espressioni facciali, puntualizza che questi gesti sono fatti in modo intenzionale e voluto; tuttavia, quando non vogliamo manifestare i nostri atteggiamenti apertamente, possiamo tradirci eseguendo un in modo inconsapevole.
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