La mia intervista sul programma Belve

Fabio Pandiscia
3 min readDec 20, 2024

Ecco perché Belve di Francesca Fagnani funziona, l’esperto: “Teo Mammucari non recitava”

Ecco l’estratto della mia intervista su Fanpage del 19 dicembre ‘24:

Se il successo di Belve continua a graffiare il merito è anche dell’approccio di Francesca Fagnani verso i suoi ospiti. Quali sono i segreti del format? Fanpage.it lo ha chiesto a un esperto di comunicazione e linguaggio del corpo: “L’intervistato ha l’illusione che sia in una stanza solo con la conduttrice, è uno dei fattori che porta ad aprirsi. Teo Mammucari? Non stava recitando, provava rabbia e disgusto

Nel suo Belve Francesca Fagnani è “belvissima”, capace di tirare fuori dai personaggi che intervista sfumature nascoste e dettagli succulenti. E se anno dopo anno la giornalista è riuscita a rendere il programma appuntamento fisso per i telespettatori e meta ambita per gli ospiti (spesso sono proprio loro a buttarsi nelle fauci di Fagnani) il merito è anche dell’approccio che usa nel rivolgersi agli intervistati. Fanpage.it ha contattato Fabio Pandiscia, esperto di comunicazione e linguaggio del corpo, per analizzare il format di Rai 2: “La conduttrice punta a creare empatia”. L’obiettivo è stato ben centrato con Lorenzo Jovanotti, che ha dichiarato: “Ho 50 anni, ma questa è la prima volta che mi danno del lei. Non ci riuscirà a porre distanza”. Stessa cosa, però, non è successa nello scambio con Teo Mammucari.

Crea un certo distacco emotivo eppure non per questo genera meno empatia. La conduttrice si distacca dal personaggio ma grazie alla scenografia, alle luci, al tono che usa e al sorriso riesce a tirare fuori dai personaggi sfumature private che in altri format non emergono. Il fascino e la novità della trasmissione ruotano proprio intorno questi elementi.

Francesca Fagnani è munita di un quaderno che raccoglie una grande quantità di materiale sugli intervistati, che effetto ha?

Non ha un grande effetto. Le persone sono suggestionate da altri fattori come le domande a bruciapelo, il tono di voce determinato. L’ansia può sopraggiungere a prescindere da ciò che credono sia scritto nella sua agenda rossa.

La conduttrice ricorre spesso al romanesco. Questo “switch” disorienta?

Si tratta di un’interruzione di schema utile a smorzare la tensione e a creare un rapporto con l’altro. Subito dopo incalza con una nuova domanda senza far passare neanche un secondo. Gli ospiti sono più disorientati perché non sanno dove si andrà a parare sulla sfera privata e personale.

Il setting dello studio presenta un’atmosfera buia.

Crea intimità perché l’intervistato ha l’illusione di essere in due in una stanza. Sia gli ospiti che gli spettatori quasi non si rendono conto della presenza del pubblico, non sentono addosso lo sguardo delle persone.

I personaggi, però, sono consapevoli che c’è un gran numero di spettatori che seguono il format. Quanto incide?

Non è un fattore che turba gli ospiti, sono personaggi abituati ad andare in televisione o a rivolgersi a un pubblico molto vasto.

continua su: https://www.fanpage.it/spettacolo/interviste/ecco-perche-belve-di-francesca-fagnani-funziona-lesperto-teo-mammucari-non-recitava/
https://www.fanpage.it/

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Fabio Pandiscia
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Written by Fabio Pandiscia

Scrittore, dr in psicologia — Body Language & PNL — www.fabiopandiscia.it - Telegram: https://t.me/formaementis

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