Sorridere può migliorare il tuo umore? La ricerca dice di sì.

Fabio Pandiscia
4 min readJul 12, 2023
Photo by Vicky Hladynets on Unsplash

Sappiamo tutti che le emozioni danno senso alla nostra vita e la vita senza emozioni è impossibile da immaginare.

Le emozioni sono un residuo della nostra storia evolutiva e sono principalmente controllate da una parte arcaica del cervello.

Questo è il motivo per cui il dottor Matsumoto, esperto di microespressioni facciali, descrive le emozioni come reazioni immediate, involontarie, automatiche e inconsce a cose che sono importanti per noi.

Le emozioni ci aiutano a reagire in alcune situazioni, quasi istintivamente, e sono innescate da componenti psicologiche universali, che quando vengono attivate, organizzano reazioni che producono specifiche reazioni fisiologiche.

È importante sottolineare che le emozioni producono un comportamento specifico non verbale nel viso, nella voce e nel corpo.

Emozioni diverse sono espresse da configurazioni facciali diverse, specifiche, uniche e sono universali per tutte le culture, indipendentemente da razza, nazionalità, etnia, religione, genere o qualsiasi altra variabile demografica.

Feedback facciale

Se le emozioni producono specifiche espressioni facciali universali, le espressioni facciali possono a loro volta influenzare le tue emozioni? Secondo l’ipotesi del feedback facciale, si.

Gli scienziati sono stati interessati all’idea di un’ipotesi di feedback facciale sin dal 1800 (Fonte: Betterhelp) e i ricercatori moderni hanno continuato a studiare tale ipotesi.

Sorridere fa bene al cuore

Uno studio condotto dalle psicologhe cliniche Tara Kraft e Sarah Pressman ha mostrato gli effetti positivi del sorriso. Si è scoperto che sorridere può far bene al cuore in situazioni stressanti.

Per il loro studio, i ricercatori hanno esaminato i battiti cardiaci dei partecipanti, poiché lo stress e la salute del cuore sono correlati.

170 partecipanti sono stati divisi in 2 gruppi: uno sapeva di cosa trattava lo studio, l’altro no.

Nella fase di formazione, i ricercatori hanno insegnato ai volontari come tenere i loro volti in un’espressione neutra, tenere un sorriso sociale o tenere un sorriso genuino (o sorriso di Duchenne).

I ricercatori hanno monitorato la frequenza cardiaca dei partecipanti mentre eseguivano vari compiti; entrambi i gruppi dovevano usare la mano per tracciare rapidamente una stella riflessa in uno specchio, successivamente mettere la mano in un secchio di acqua ghiacciata per un minuto.

Durante il completamento di questi compiti, dovevano tenere in bocca delle bacchette che attivavano i muscoli corrispondenti a un sorriso forzato.

Hanno scoperto che i partecipanti a cui era stato chiesto di sorridere, e in particolare quelli i cui volti esprimevano sorrisi genuini (o Duchenne), avevano una frequenza cardiaca più bassa dopo il recupero dalle attività di stress rispetto a quelli che mantenevano i loro volti in espressioni neutre.

Anche i volontari che tenevano in bocca le bacchette, che costringevano i muscoli a esprimere un sorriso (ma non erano stati esplicitamente istruiti a sorridere), avevano una frequenza cardiaca di recupero inferiore rispetto a quelli che avevano espressioni facciali neutre.

È interessante notare che coloro che hanno sorriso sinceramente durante il processo si sono ripresi più velocemente, seguiti da persone con sorrisi falsi (sociali). Quelli con sorrisi neutri hanno avuto il recupero più lento.

Anche i sorrisi finti possono migliorare l’umore

Ricerche recenti suggeriscono anche che un sorriso finto o sociale può far sentire le persone più felici.

Una collaborazione internazionale di ricercatori guidati dal ricercatore della Stanford University Nicholas Coles ha pubblicato uno studio su Nature Human Behavior.

Nell’ambito del progetto “Many Smiles”, sono stati coinvolti un totale di 26 gruppi di ricerca provenienti da 19 paesi diversi e oltre 3.800 partecipanti. L’età media dei partecipanti era di 26 anni e oltre il 70% erano donne.

I ricercatori hanno creato un piano che includeva tre tecniche ben note intese a incoraggiare i partecipanti ad attivare i loro muscoli del sorriso:

  1. Ad un gruppo dei partecipanti è stato chiesto di utilizzare il metodo della penna in bocca
  2. Ad un altro gruppo è stato chiesto di imitare le espressioni facciali viste nelle foto di attori sorridenti
  3. All’ultimo gruppo sono state date istruzioni di muovere gli angoli delle labbra verso le orecchie e sollevare le guance usando solo i muscoli del viso

In ogni gruppo, metà dei partecipanti ha svolto piccoli compiti fisici e semplici problemi di matematica guardando immagini allegre di cuccioli, gattini, fiori e fuochi d’artificio, e l’altra metà ha semplicemente visto uno schermo vuoto.

Hanno anche visto questi stessi tipi di immagini (o la loro mancanza) mentre venivano indirizzati a usare un’espressione facciale neutra. Dopo ogni attività, i partecipanti hanno valutato quanto si sentivano felici.

Dopo aver analizzato i loro dati, i ricercatori hanno riscontrato un notevole aumento della felicità dei partecipanti che imitavano fotografie sorridenti o tiravano la bocca verso le orecchie.

Sembrerebbe quindi esistere una relazione tra le emozioni e i movimenti muscolari che facciamo, e la cosa è estremamente interessante perché apre la ricerca verso orizzonti nuovi.

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Fabio Pandiscia
Fabio Pandiscia

Written by Fabio Pandiscia

Scrittore, dr in psicologia — Body Language & PNL — www.fabiopandiscia.it - Telegram: https://t.me/formaementis

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